Edipo a Colono
La dolce Antigone avea guidato
il padre Edipo, privo d’ogni luce,
solo lei sostegno n’era stato,
Finora per la strada che conduce
ad un boschetto alla città vicino
E vanno avanti finché c'è ancora luce;
Ma un uomo si fa incontro nel cammino,
e vieta di sostar nel bosco sacro,
ché le Erinni ne hanno il patrocinio,
Di quel luogo, ove pur un simulacro,
C’è di Colono ed è' lì che il vaticinio
Comandò d’andare a quell’ambulacro
D’Atene che di Teseo era dominio,
Ché lui avrà pietà del suo crin bianco,
E capirà che non fu un assassinio,
Quello che di suo padre lui fé manco,
Ma ordito tutto fu dal duro fato,
Che sorella gli dié la figlia a fianco;
Ed altro pur dirà per il suo stato,
e benefici avrà se lì s'arrresta.
" Chiamate lui prima che sia scacciato!"
Partito il messo, vien dalla foresta,
A briglia sciolta, una giovin fanciulla,
E giunta dianzi a lor tosto s’arresta
Ed è Ismene seconda nella culla
A colei che Edipo a stento sorregge,
ch'è ad annunziare loro che nulla,
Potrà salvar Tebe se a chi la regge,
Edipo non darà aiuto, che se n’è andato,
Chè non sa che far Eteocle che n’è rege,
Dopo che Polinice da Tebe ha scacciato,
Che in armi di tornar ha questi l’ intento
per trar vendetta su chi via l'ha mandato.
Sol se Edipo ritorna tal nocumento,
Nel nulla svanirà ch’è profetato,
Dal dio che sa dell’uomo ogni momento.
Ma Edipo non può ché fu destinato
a giunger prono e supplice a quel fine,
Dov’era allor eppoi· venne cacciato,
Proprio da color che vogliono infine
Che lui torni p' alleggerir le doglie
Dopo che l'han messo fuor del confine.
Giunge Teseo e nell’incerte spoglie
Che movean pietà lo riconosce pio,
E l’ assicura, che da lì alcun lo toglie,
Che dovran evitar a lui il logorio
E se vorrànno portar lui via dall’icona,
Dell'e armi sue vedran lo scintillio.
Ma Creonte il rifiuto non gli perdona,
Ché vuol che Edipo torni ad ogni costo,
Che con lui può rinsaldar la corona,
E prende in ostaggio lor che son accosto,
Le fanciulle che gli fan sostegno.
Del rifiuto si pentirà che gli s'è opposto!
Ma Teseo di proteggerlo ha l' impegno
E s'’infuria per l’ardire di re Creonte,
Che se a prender le donne ebbe ingegno
le riporti subito su quel sacro monte,
Chè cento spade han le sue vedette
Ed a chi ardì tanto spezzeran la fronte.
Poi prende Creonte e ai ferri lo mette,
Come ostaggio finché non riportate,
Fosser quelle che fur dai suoi ristrette,
Chè Edipo rimase solo senza lor date
Dalla pietà del ciel a fargli guida,
Che son in balia di Tebe confinate.
E Antigone liberata torna a guida
del padre desolato con Ismene,
Ed Edipo a lor di nuovo s’affida.
Poi un rimbombo s’ode che viene,
Dal cielo ad avvertire ch’è il momento,
Ch’è finito il filo che la Parca tiene.
Confida a Teseo perciò il suo tormento,
Che i due fratelli si daran la morte,
L’un all’altro, a tal fine il fato è intento.
Poi cigolar si sentono le porte
Dell’Ade che l’attendon per finire
Quel che fu scritto per la sua sorte.
Con Teseo s'incammina all'’imbrunire,
Per un luogo lontano d’ogni sguardo,
Ove uno strano prodigio lo fa svanire.
Teseo dice alle figlie:“Come un dardo,
Vostro padre è sparito dalla terra;
E assai giusto fu per suo riguardo,
Col morire salvezza si disserra
Per Atene nel tempo che rimane,
Se il loco ove finì ad ognun si serra.”
“Tornate a Tebe, voi sebbene immane,
è l' impegno d' assister i vostri fratelli,
fino alla fine, che il ciel, vole, per quelli.”
20.2.2000