Poesia di Antonia Arcuri
Usignoli Siciliani
All'ombra di un suono d'acqua
una voce affettiva
stanno in coppia: lui li intreccia al mattino
i fili di paglia, lei al tramonto.
In codice il disegno non varia negli anni
si adatta ai luoghi
sulla disposizione delle foglie
a coprire dall'alto
a preservare dal basso.
Inclinando la testa
da un lato
dall'altro
curvando il collo
solo così s'intravede.
Non lo scorge il cavaliere azzurro
con quel cavallo lanciato al galoppo
sullo sfondo olivastro della collina
che si flette morbida a lambire la terra.
Spinto da una necessità interiore
non può fermarsi ad ammirare
un'opera materica predefinita.
Neppure la tigre sembra interessata.
In uno spazio cavo incuneata
a ricomporre un'immagine
di felinità sopita. Sul lato destro
del cavaliere alberi a cono
con un fogliame a conoscenza
di un vertice e di una verità.
Arduo addentrarvi un nido.
La tigre avrebbe potuto trovare
agio all'ombra dei cespugli
a ridosso della collina.
Immobile nell'attesa di un sussulto
alla schiusa delle uova.
Potremmo seguire la strada
dei viaggiatori, nel tempo,
non doppieremmo le stesse mete.
Altre vie sono state figurate
il cui approdo era il passaggio stesso.
Un angolo di una nuova tavola
nell'inizio del nuovo millennio.
Non s'intravedono albori
tutto deve essere ripensato.
Parole ad illuminare oggetti desueti.
Potremmo suggerire procedure
e l'uso delle mani nelle nuove amalgame
a riprovare a rianimarla la spagiria.