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Poesia di Angiolo Silvio Novaro
L'uccellino sconosciuto

Sulla punta dei piedi
Arrivo a te leggiero,
Più leggiero che posso:
Ma tu, scaltro, mi vedi,
Con un frullo salti il fosso,
E voli al bosco nero,
E voli al bosco muto,
Uccellino sconosciuto.

Hai paura - ma di che?
Hai paura d'un fanciullo
Innocente come te!
Oh via, torna con un frullo,
Torna da queste parti,
Sconosciuto uccellino,
E siedimi vicino
Che voglio interrogarti...
Hai fratellini, - e quanti?
O ti bastano i tuoi canti?


Hai sorelline belle,
O ti bastano le stelle?
È più dolce in cima al pioppo
Fuor dei tiri dello schioppo,
O sui tegoli dei tetti
Umidetti?

È più bello
Dove sdrucciola il ruscello,
O su l'aia dove trovi
Da rubare i chicchi novi?
La casa tua qual è,
sconosciuto uccellino?
La chioma d'un'acacia
O la barba di un pino?

E la sera,
Dopo detta la preghiera,
pigli sonno tu da te.
o è la mamma che ti bacia,
o è la mamma che ti culla
Mentre tu piangi per nulla?...
Hai tristezze e gioie tu?
E più gioie o più tristezze?
O tristezze e gioie vanno
A braccetto anche lassù
Con le grandi nubi avvezze
A morire ove non sanno?
Parla, parla, dimmi il vero,
Spezza il cerchio del mistero...
Sulla punta dei piedi
Arrivo a te leggiero,
Più leggiero che posso:
Ma tu, scaltro, mi vedi,
Con un frullo salti il fosso,
E voli al bosco nero,
E voli al bosco muto,
Uccellino sconosciuto!

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