Poesia di Angelo Michele Cozza
Scrimoli
Ammutoliti, come chi più nulla abbia da dirsi,
sottobraccio procediamo per un’andana
spruzzata di foglie imbrunite.
Folate ci agitano i capelli
algenti frustano i pallenti volti.
Di un dramma l’ultimo atto si rappresenta:
noi attori; il cuore spettatore.
Domani brucerà in un lampo la nostra fiaba,
un distacco, ferirà a morte le nostre vite.
Mi lascerai amore!
Rinsecchiti i filari delle fiorite speranze
raffica più impetuosa disperderà
tra spine il nostro vissuto da screzi lacerato.
Avvisaglie non sono mancate:
i nostri spropositi, la stanchezza
per l’attesa di un miracolo
replicatosi tante volte,
il lascito di giorni senza apoteosi.
Quando ne avrai abbastanza di ricordi
e rasserenato l’animo avrà ritrovato
altri volteggi, non più combattuta
da rimorso o rancura, che han pur ragione,
nuovi desideri e abbrivi di amore
accenderànno i tuoi occhi spenti.
Quel giorno, non accarezzerai l’anello
che oggi poco orgogliosa ancora porti al dito.
E’ atroce dirlo ma nulla dura più a lungo
dell’attimo che ti stringo, del frangente
in cui il ramo s’infiora al primo raggio di sole.
Sfioccato dal tempo precipita
ogni futuro di cui ignoriamo il gioco;
come si salifica, e Dio solo sa se vorremmo,
l’ultima goccia di dolce che fluisce in noi.
Se un illusione non verrà a sorreggermi
non un luccichio rimarrà nella mia foschia;
tra te e me, il nulla, gettato sarà da un addio;
piagata, domani o altro giorno temuto
tra spasimi, si contorceranno solitarie due vite.