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 Lo specchio delle civette
di Aldo Palazzeschi

Sull'acqua del fiume tranquillo 
si sporge bruciato il gran ramo
d'un albero grande 
che solo quel ramo ha bruciato. 
Si posan la notte,
 sul ramo sporgente, 
civette a migliaia. 
Si posan ridendo, 
guardando nell'acqua del fiume
che sotto vi scorre
tranquillo.

In questo breve testo Palazzeschi realizza un quadro assai preciso con pochi tocchi sicuri: un unico ramo bruciato in tutto un albero, quasi toccato dalla sfortuna; un gran numero di civette che, come tutti gli uccelli notturni, sono ritenute portatrici di cattivo augurio; la notte con la sua oscurità misteriosa. Ma il risultato non è sinistro, perché dal ramo bruciato che si sporge sul fiume le civette si specchiano ridendo nell'acqua tranquilla. Nell'insieme quindi non prevalgono i tocchi lugubri, ma piuttosto il divertimento e l'ironia. L'effetto è sottolineato anche dal ritmo, simile a quello di una canzonetta.

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