Poesia-frammento, di Alberto Nicola Giulini
Non temere se caducità verrà dagli occhi:
ciò che ora non sopporti
è una triste vita, fulcro d'inutili ricordi.
Non temere (se) il teschio vuoto di segatura o senza nemmeno
qualche seme di zucca,
vacuo come un vasetto di terracotta
(o di marmellata presto terminata da sempliciotti adulti
o da vecchietti-arterio affamati come bambinelli)...
un buco invaso di terra rossiccia e sabbia,
butterà fuori un giorno nuovi germogli.
Ma per ora, qualunque viso pallido
prenderà all'improvviso
il suo spettrale sopravvento...
Così resti sveglio infestato dai fantasmi
della tua mente contorta,
barba lunga dentro qualche atavico morbo
come un animale in quarantena,
nel tuo mortaio di verzura
a triturarti invano.