27 Gennaio Giornata della Memoria
Domenica, 2 gennaio 1944
Cara Kitty,
stamane, non avendo nulla da fare, mi misi a sfogliare il mio diario e mi capitarono sott'occhio parecchie lettere in cui trattavo l'argomento "mamma" in termini cosi irosi che, spaventata, mi domandai: "Anna, sei tu che hai parlato di odio? O Anna, come hai potuto farlo!".
Stetti colla pagina aperta dinanzi a me e pensai come era potuto accadere che io mi sentissi cosi colma d'ira, per non dire di vero odio, da dover confidare tutto a te. Ho cercato di capire e di scusare l'Anna di un anno fa perché la mia coscienza non è pulita finché ti lascio con queste accuse senza spiegar ti come ciò è avvenuto.
lo soffrivo - e soffro di malumori che, per cosi dire, mi tenevano la testa sott'acqua e mi facevano vedere le cose in modo soltanto soggettivo, senza che io cercassi di riflettere con calma alle parole della parte avversa e di mettermi nei panni di coloro che col mio impetuoso carattere avevo offeso o irritato.
Mi sono rinchiusa in me stessa, ho guardato soltanto me stessa e nel mio diario ho descritto impassibile ogni mia gioia e ogni mio corruccio e sfogato ogni. mio disprezzo.
Questo diario ha molto valore per me, perché è diventato sovente un libro di memorie, ma su molte pagine potrei scrivere: "passato".
Ero furiosa con mamma, e talvolta lo sono ancora. Non mi capiva, è vero, ma nemmeno io capivo lei. Mi voleva bene ed era tenera con me; ma siccome si era trovata per colpa mia in molte situazioni sgradevoli, ed era nervosa e irritabile anche per altre tristi circostanze, è ben comprensibile che mi sgridasse. .
lo me la prendevo troppo per questo, mi offendevo, diventavo insolente e molesta nei suoi riguardi, e lei a sua volta si indispettiva. Si era giunti così a un continuo scambio di sgarberie e di ripicchi. Non era certo bello per nessuna di noi due, ma sta passando.
lo non lo volevo ammettere e sentivo molta pietà per me stessà; anche questo è comprensibile. Le frasi violente del diario sono espressione di una collera che nella vita normale avrei sfogato pestando un po' i piedi in una stanza o dicendo qualche insolenza alle spalle di mamma.
È passato il periodo in cui condannavo mia madre in lacrime. lo sono divenuta più saggia e i nervi di mamma si sono calmati. So tener la bocca chiusa quando mi arrabbio, e lei fa altrettanto; così si va avanti meglio, almeno apparentemente. Però mi è impossibile voler bene a mamma coll'attaccamento affettuoso di un bambino, è un sentimento che mi manca.
Metto in pace la mia coscienza pensando che è meglio aver messo le insolenze su carta che averI e dette a mamma, perché le sarebbero rimaste impresse nel cuore.
La tua Anna