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Adolescenza di un ebreo polacco
David Rubinowicz 

Il libro considerato ancora oggi esemplare per quanto riguarda le persecuzioni naziste nei confronti degli Ebrei, durante gli anni dell'ultima guerra mondiale, è il Diario scritto da Anna Frank, una fanciulla quattordicenne che annotò quanto veniva osservando e soffrendo nel periodo che va dal 14 giugno 1942 a 10 agosto 1944, e che alla fine fu arrestata e deportata a Bergen Belsen dove morì, non sappiamo in quali circostanze. La conoscenza degli orrori perpetrati in quegli anni, non troppo lontani dai nostri, desterà  impressioni forti e vive e ti convincerà che occorre fare tutto il possibile affinché tali infamie non. s'abbiano mai più a ripetere.
Le discriminazioni e le persecuzioni razziali non possono essere tollerate da una coscienza onesta, e nessuna motivazione politica potrà mai giustificarle. Le note che seguono sembrano ricalcare quanto lasciò scritto Anna Frank; è certo però che i due giovanissimi autori non si conobbero né mai ebbero notizie uno dell'altro.
Nel diario del ragazzo polacco c'è forse meno vigore descrittivo e meno drammatica incisività; i fatti narrati tuttavia rappresentano una realtà dolorosamente vissuta.
4 aprile 1941 - Mi sono alzato prestissimo questa mattina perché dovevo andare a Kielce. Dopo colazione ho lasciato la casa.
Ero triste di dover passare per i campi! Dopo quattro ore di cammino sono arrivato a Kielce. Quando sono entrato in casa dello zio ho visto che tutta la gente era seduta, ma triste. Ho saputo che gli ebrei di parecchie strade erano stati deportati.
Allora sono divenuto melanconico anch'io.
La sera sono uscito nella strada per fare una corsa.
12 aprile - Dall'inizio della guerra studio da solo a casa mia.
Quando mi ricordo del tempo in cui andavo a scuola mi vien voglia di piangere.
Oggi non posso piu andare in nessuna parte e quando penso a questa guerra che continua nel mondo e a tutti quelli che muoiono non ho più voglia di fare qualcosa.

26 giugno - Faceva ancora notte quando papà ci ha svegliati tutti e ci ha detto di tendere l'orecchio a un rombo terribile che veniva da nord-est. La terra tremava.
È durato tutta la giornata. Verso sera gli ebrei di Kielce che passavano ci hanno detto che la Russia Sovietica aveva dichiarato guerra ai Tedeschi.
10 novembre - Oggi sono stati affissi dei manifesti a Kielce.
Proibiscono di uscire dal ghetto o di entrarvi sotto pena di morte.
Finora lo si poteva fare. Sono rimasto molto afflitto da questa notizia ma non soltanto io; anche tutti gli Israeliti. Uguali manifesti sono stati affissi in tutte le città della Polonia.
12 gennaio 1942 - All'alba sono andato a spalare la neve.
Quando sono tornato a riscaldarmi è arrivato un uomo che ci disse che aveva visto un nuovo avviso giunto in municipio secondo il quale tutti gli ebrei devono essere deportati.
Siamo cosi sconvolti da questa notizia che non si immagina neppure ciò che ci può capitare. Ci deporteranno in pieno inverno, con tanto freddo? Dove e quando? È venuta la nostra volta di sopportare le peggiori sofferenze. Dio sa per quanto tempo.
10 aprile - Un contadino è venuto a renderci visita. Ci ha detto che la figlia dei nostri vecchi vicini è stata uccisa nella strada perché era uscita dopo il coprifuoco.
Ciò mi sembra inverosimile, ma tutto è possibile: la fine del mondo si avvicina.
Mai una giornata di tregua: i miei nervi sono a pezzi. Quando sento parlare di una nuova disgrazia gli occhi mi escono dalla testa: ho talmente male e sono talmente stanco come se avessi lavorato non so quanto. Non solo io; ma cosi tutti.
Anche papà ha avuto la sua parte di disgrazie.
Durante l'altra guerra i Cosacchi uccisero suo padre sotto i suoi occhi: aveva 11 anni. Non è l'età per vedere simili barbarie.
Adesso appena scorge un tedesco lontano, cerca di nascondersi.
16 aprile - È sempre così: appena c'è un filo di speranza o un piccolo raggio di sole, ecco che arriva il temporale a spazzare via tutto.
Un sarto è stato arrestato e ha lasciato sette bambini: che sarà di loro? Poveri orfani! Hanno portato via il loro papà e tutto ciò che avevano in casa e ora vogliono che la madre si presenti al posto di gendarmeria. Mio Dio, non sono uomini quelli, ma bestie.
8 maggio - Che giornata spaventosa! Dopo le tre del mattino ho udito bussare alla porta. Era la polizia. lo non avevo troppa paura perché papà e un cugino erano stati avvertiti. Gli altri si sono nascosti.
La polizia è salita; hanno aperto tutto. Sono entrati e mi hanno detto di vestirmi e uno mi ha domandato che età avevo. Non avevo paura ma tremavo come se avessi avuto la febbre.
Dopo la loro partenza mi sono addormentato. Al mattino la cugina mi ha svegliato. Papà era arrivato con una carretta di patate. Mi sono vestito in fretta, ma quando sono uscito in strada, papà non c'era
più.. Era fuggito dinanzi al rastrellamento.
Il mio compagno Ansel è venuto a dirmi che papà e mio cugino erano stati arrestati tutti e due. Ho cominciato a piangere. Ho singhiozzato ad alta voce quando i camion san passati dinanzi a casa nostra.
Gridai: Papà, dove sei? Voglio vederti ancora una volta.
L 'ho visto sul secondo camion: piangeva anche lui. Allora non ho piu saputo trattenermi: sono caduto per terra. Sentivo che gli volevo bene e capivo quanto papà mi volesse bene. Ho pianto tanto ogni volta che ricordavo il mio papà in lacrime, scoppiavo in singhiozzi.
16 maggio - Quando sono andato a dormire ho ripensato a papà. lo sono steso qui in un letto tiepido e molle, mentre lui...
29 maggio - Un gendarme che ispezionava un cortile ha visto un'ebrea che scappava e ha gridato alt, ma quella non si è fermata e, siccome correva sempre, le ha sparato addosso. L'ha uccisa subito e ha dato ordine di seppellirla nella fossa comune.
Che terribile destino essere uccisi così, senza motivo! La donna è rimasta stesa per qualche tempo nel cortile prima che venissero a portarla via. Il gendarme era lì per proibire ai bambini di quella donna di avvicinarsi.
La donna aveva sei bambini. E il bambino che piangeva tanto, il gendarme lo ha tempestato di pugni.

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