Ballata del terzo giardino
di Bruno Tognolini
Allora ascoltatemi, ho una storia da dire
Che parla di Giardini Segreti dietro i muri
Mettetevi qui, state tutti a sentire
Racconti veri di Rifugi Oscuri
Giardini che fioriscono, Giardini che appassiscono
Marciscono, spariscono, e altri rifioriscono
Giardini Nascosti dietro i muri del tuo mondo
Che li trovi e ci abiti e diventano il tuo mondo
Con un Giardino in fondo, nascosto dietro i muri
E non si sa la storia quanto duri
La storia coi suoi giri, la storia che ho da dire
E allora ecco, statela a sentire
Passavano in fila i miei giorni prudenti
In quel mondo tranquillo, tirati con i denti
In quel mondo rotondo monotono e lieto
Io cercavo – dillo! – un Giardino Segreto
Perché mi dicevo: fratello, guarda bene
Non è possibile che sia tutto qui
Non distrarti, guarda tutto, ti conviene
Non è possibile che il mondo sia così
Guarda bene nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Guarda dentro ad ogni attimo che viene
Guarda bene – mi dicevo – guarda bene!
Ed è così che è andata, alla fine, veramente
Non dico balle stupide – credetemi, gente!
A forza di guardare dappertutto – testa dura
Alla fine l'ho vista – la spaccatura
Davvero, il ragazzo guarda e guarda la trovò
Alla fine – the break in the wall!
Il mio Giardino Magico è un cielo rovesciato
Dove va per contare chi non ha mai contato
Si contano le stelle, son poche e sono molte
Perché quelle più belle si contano due volte
Ci son due equilibristi, angeli danzatori
Con l'anima son dentro ma coi corpi sono fuori
Ogni salto una stella, ogni stella due baci
Lui dice "tu sei bella", lei dice "tu mi piaci"
Danzano nella notte, intorno è tutto nero
Stelle cadenti a frotte che cadono davvero
Cadono nella rete, la rete è il loro pianto
Sfrecciano le comete e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due soli senza fiato
In quel Giardino Magico di cielo rovesciato
Ahi! Maledetto Giardino Segreto!
E chi l'avrebbe detto! – Traditore!
Colava come lacrime il dannato splendore
Sono passati i giorni, sono passati i mesi
I fili degli acrobati son sempre meno tesi
Sono giorni grigi le notti senza fine
Le stelle rovesciate sono led e lampadine
E dilla tutta: non te ne sei accorto
Il bel Giardino Magico è diventato un orto
Tornano – in fila – i tuoi giorni prudenti
Nel loro modo solito, tirati con i denti
Nel tuo mondo tranquillo, monotono e lieto
L'acrobata reumatico, fanatico, lunatico
Si rimetteva in cerca – dillo!
... di un Giardino Segreto
E via che mi dicevo: fratello, guarda bene
Non può essere di nuovo tutto qui
Non disperarti, guarda ancora, ti conviene
Non è possibile che sia sempre così
Guarda ancora, nella strada, guarda intorno
Guarda infondo ad ogni angolo del giorno
Fruga bene nelle tasche di ogni ora
Guarda ancora – mi dicevo – guarda ancora!
Ed è così che è andata, di nuovo, veramente
A forza di guardare dappertutto – testa dura
L'ho vista nuovamente – la spaccatura
Davvero, credetemi, quel tizio la trovò
Di nuovo – another break in the wall!
Il mio Giardino Magico è un mare rovesciato
Dove va per nuotare chi non ha mai volato
Si contano le onde, son poche e sono molte
E quelle più profonde si contano due volte
Ci son due marinai, angeli nuotatori
Le ali sono dentro ma le pinne sono fuori
Lei angelo delfino, lui angelo balena
Lei sole che tramonta, lui bianca luna piena
Un coro di annegati con le bocche di mare
Gli canta una canzone che è impossibile cantare
Abissi della notte, intorno è tutto nero
Stelle marine a frotte scintillano davvero
Brillano solo gli occhi, di fosforo e di pianto
Si sciolgono i ginocchi e sparisce tutto quanto
Rimangono da soli, due pesci senza fiato
In quel Giardino Magico di mare rovesciato
Ahi canzoniere! Dannato bugiardo!
Poeta giardiniere, mentitore bastardo!
Anche quel Giardino di mare rovesciato
Nel giro di un'estate s'era bell'e prosciugato
Restavano mattini di sonno e di rabbia
Bacini, messaggini e conchigliette nella sabbia
Giardini Segretissimi, fatati, incantati
Gira la carta – sono supermercati
I cieli capovolti, gli oceani di coscienza
Prova a capovolgerli – c'è la scadenza
E ora cosa faccio? Dove vado da qui?
Allora veramente forse il mondo è così?
Mi giro e guardo
Giro intorno lo sguardo
Che cosa cerco ancora nel paesaggio bugiardo?
Ed eccola – già subito – profonda e scura
Nel fondo della stanza ancora un'altra spaccatura
Mi fa paura, amico, so cosa c'è là dentro
E sai cosa ti dico? – Io non ci entro
Non me ne vado, resto
Perché ho capito questo
Ci dev'essere un altro Giardino
Lo so e lo sento
In un tempo lontano e vicino
Laggiù in fondo al vento
Nel buio del cuore del mondo
In cima a un sentiero
Un Giardino Segreto davvero
Spaccatura futura e lucente
Che stavolta non spacca più niente
Ma accompagna e protegge e guarisce
Perché non finisce
E oramai non mi porta più via
Perché è casa mia
Troverò questo vero Giardino Segreto e Profondo
E avrà dentro un Passaggio Segreto
Che porta nel mondo.
Scritta per il libro-bibliografia-antologia "IL GIARDINO SEGRETO", edito da Equilibri, agosto 2008.