Canto popolare
Non stormir quercia
La ribellione dei contadini contro la servitù si manifesta spesso in Russia nella fuga dall'oppressione e nella scelta di vivere da fuorilegge, che comporta vagabondaggio e ruberia. Ma questa vita diversa, dominata dalla ribellione e dal coraggio, è inevitabilmente accompagnata dalla continua consapevolezza del rischio che la scelta di diventare brigante comporta: la condanna a morte.
Non stormir quercia, madre, verde quercia,
Non impedire al prode di pensare.
Domattina, me giovane, a tribunale,
Tremendo giudice, lo zar stesso m'interroga.
Comincia a dire, comincia a chiedermi:
"Dimmi, figliolo, dimmi, figlio di contadino,
Con chi rubavi, e con chi rapinavi?
E quanti, quanti mai compagni con te stavano? "
"A te dico, zar, di noi russi speranza,
Il vero, la verità tutta ti dico,
Che di compagni con me ne avevo quattro:
Primo compagno era, a me, la nera notte,
Ed il secondo era l'acuto acciaio,
E a me compagno, terzo, era il prode cavallo,
E quarto amico m'era il teso arco.
Che gli fan da galoppine le temprate frecce".
Lo zar-speranzas a lui comincia a dire:
"Onore a te, ragazzo, figlio di contadino,
Che hai saputo rubare, risposta dare!
lo per questo, figliolo, voglio gratificarti,
In campo aperto, alto, in alto porti,
Su due travi messe a forca vogl'io impiccarti".