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Canto di lavoro
Contrasto fra padrone e contadino

CORO
Stasera siam venuti a questo posto
per farvi con dei versi genuini
racconto di un durissimo contrasto
che avvenne tra padrone e contadini.
il padrone dicea:

PADRONE

Brutto pezzente,
da un pezzo in qua la terra non ti frutta
di conseguenza o stai senza far niente
o la raccolta me la pigli tutta.
Per te pago le tasse giornalmente
e spesso resto colla borsa asciutta
pertanto a seguitar di questo passo
le mie finanze vanno sempre in basso

CONTADINO

Padrone mio non faccia tanto chiasso
non si lamenti molto del suo stato
vedo ch'è bello ben nutrito e grasso
ed io son secco povero e strappato.
Lei mangia beve dorme e va a spasso
e in vita sua non ha mai lavorato
mantiene servi cameriere e cuoco
io lavoro di molto e mangio poco.

PADRONE

O contadino il tuo linguaggio fioco
dice che ti sei fatto prepotente
ma se qualcuno t'ha insegnato il gioco
a me stai certo non mi puoi far niente.
Se cominci a gettar olio sul fuoco
sarà peggio per te sicuramente
se mangi poco e versi assai sudore
pensa che tu non sei nato signore.

CONTADINO

Se lei padrone avesse un pò di cuore
non ci farebbe certe osservazioni
sappiamo che nel mondo il Creatore
non fece servi né fece padroni.
Non fece oppresso né fece oppressore
guerre carneficine e distruzioni
ma il suolo popolò d'erbe e di frutti
perché dasse lavoro e pan per tutti.

PADRONE

O contadino mio male ti butti
a me non preme di saper se Dio
in comune donò la terra terra a tutti
ma solo penso all'interesse mio.
Se spesso tu ti trovi a labbri asciutti
di questo male non ho colpa io
del resto se tu soffri abbi pazienza
nell'altro mondo avrai la ricompenza.

CONTADINO

Padrone di parlarle in confidenza
se mi permette allor la pregherei
a soffrir ed a star nell'astinenza
che cominciasse a dar l'esempio lei.
Ma invece è sempre pien di prepotenza
e vuol campare co' sudori miei
dunque per ispiegarmi e farla corta
del Paradiso a lei non gliene importa.

PADRONE

O villanzone o mente malaccorta
che al tuo padrone manchi di rispetto
attaccar ti vedrei con una sporta
se ti mandassi via dal poderetto.
Ma se di tribolar non te ne importa
per poco resterai sotto al mio tetto
i contadini oramai non mi sgomento
ne caccio uno e ne ritrovo cento.

CONTADINO

Sor padrone m'ascolti un sol momento
mi dica se non fosse il contadino
chi le procurerebbe il nutrimento
il pane bianco e il prelibato vino.
Siam noi che col sudore e collo stento
l'empiamo la cantina e il magazzino
se a lavorar non si fosse noi
vorrei saper che mangereste voi.

PADRONE

Tu t'intendi di pecore e di buoi
di galline di polli e di maiali
l'opera nostra giudicar non puoi
e tu presumi di volar senz'ali.
Somari come te non siamo noi
conosciamo i fenomeni sociali
per conseguenza è inutile il contrasto
chi è nato ciuco dee portare il basto.

CONTADINO

Padrone non tocchiamo questo tasto
se siam somari non è colpa nostra
però si schiude un orizzonte vasto
e a noi la verità qualcun ci mostra.
Siamo lo scherno dell'umano impasto
siamo asserviti alla grandezza vostra
ma ora l'avvenir ci dà speranza
di toglier l'ingiustizia e l'ignoranza.

PADRONE

Ora ti sei spiegato anche abbastanza
vorreste una riforma ho ben capito
pover'a te se speri all'eguaglianza
quello che chiedi mai non è esistito.
Chi predicando va la fratellanza
lo vedo t'ha purtroppo ammalizzito
ma tutto questo sai non ci spaventa
noi siamo qauttrocento e loro in trenta.

CONTADINO

Signor padrone i' lievito fermenta.
E i panettiere ha messo foco in forno.
Se di pochi di molti si diventa.
Se ne potrebbe riparlare un giorno.
Ed ora udienza se sei stata attenta
Aprili gli occhi e guardati dintorno
L'unione fa la forza tu lo vesi
Nun istar più in ginocchio alzati in piedi.

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