Canto della prima guerra mondiale
Addio padre e madre addio
che per la guerra mi tocca di partir,
ma che fu triste il mio destino,
che per l'Italia mi tocca morir.
Quando fui stato in terra austriaca
subito l'ordine a me l'arrivò,
si dà l'assalto la baionetta in canna,
addirittura un macello diventò.
E fui ferito, ma una palla al petto,
e i miei compagni li vedo a fuggir
ed io per terra rimasi costretto
mentre quel chiodo lo vedo a venir.
«Fermati o chiodo, che sto per morire,
pensa a una moglie che piange per me»,
ma quell'infame col cuore cuore crudele
col suo pugnale e morire mi fé.
Sian maledetti quei giovani studenti
che hanno studiato e la guerra voluto,
hanno gettato l'Italia nel lutto,
per cento anni dolor sentirà.
La prima guerra mondiale era sentita dalla maggior parte dei soldati come una guerra inutile di cui essi non comprendevano le motivazioni: l'inutilità e la durezza di questa guerra sono cantate dai soldati in numerosissime canzoni.
È un canto di addio e insieme di protesta del soldato che parte per la guerra.
Si noti il riferimento) nell'ultima strofa agli «studenti» nazionalisti che con le «radiose giornate di maggio» (cioè provocando gravi tumulti a Roma nel mese di maggio) contrIbuirono a indurre il governo italiano a dichiarare guerra all'Austria e alla Germania.